domenica 9 agosto 2015

Ashura ad Abyaneh


Ashura, il decimo giorno del mese di Muharram è uno dei giorni più importanti nella storia del genere umano. In questo giorno Dio creò Adamo ed Eva, in questo giorno rese a Giacobbe suo figlio perduto, Giuseppe, e in questo giorno liberò gli ebrei dalla tirannia del Faraone, per la commemorazione del quale Maometto ordinò un digiuno di ringraziamento. E la sera i sunniti si invitano al budino d’Ashura o di Noè, per ricordare che anche il diluvio cominciò di retrocedere in questo giorno. Nelle regioni sciite però è più importante di qualsiasi altra cosa che nell’anno 680 in questo giorno subì il martirio l’Imam Hussein, figlio di Ali e nipote di Maometto, dopo aver eroicamente lottato per l’intera giornata con i suoi settantadue compagni contro i trentamila soldati del califfo usurpatore a Kerbala, sulle rive dell’Eufrate. Questo è un evento che definisce l’identità sciita, e il suo anniversario è il più grande giorno di lutto per gli sciiti, la cui religiosità è permeata dal culto dei martiri, dagli imam martirizzati al milione di iraniani uccisi nella guerra fra Iraq e Iran. La rituale commemorazione annuale della tragedia successa milllecinquecento anni fa offre anche la possibilità che ciascuno possa rivivere le proprie perdite personali.

Ogni città ha le proprie tradizioni di commemorazione. Sui costumi di Abyaneh si può leggere qui o qui. La sera precedente, gli abitanti della città si riuniscono nella moschea, per vegliare durante la notte di Tasuʿa, il nono giorno, proprio come Hussein e i suoi compagni vegliarono prima della battaglia decisiva. L’imam offrì ai suoi seguaci di lasciarlo senza il peccato del tradimento prima del certo martirio del giorno successivo, finché solo i settantadue rimasero. Ad Abyaneh però sarebbe tuna vergogna per ciascuno di restare lontano dalla veglia notturna. Durante la cerimonia di lutto chiamata zakeri, si canta canzoni di lutto e si legge poesie, e le donne mantengono i partecipanti svelti con raganelle. La mattina dopo le donne vagano il villaggio con le raganelle, entrano e cantano in ogni casa dove qualcuno è morto dal tempo dell’Ashura dell’anno precedente. Nel frattempo gli uomini decorano il nakhl, la «palma», il catafalco simbolico dell’imam Hussein, che per tutto l’anno aspetta a questo giorno nel balcone della casa della confraternità. Si prendono la struttura pesante sulle spalle, e la portano per diverse ore attraverso il vilaggio. Ad Abyaneh – come nelle altre città del deserto iraniano – ci sono diversi nakhls, e ciascuno ha la sua confraternità, cerimonia e percorso, in modo molto simile alle processioni della Settimana Santa cattolica nelle città spagnole e italiane, di cui abbiamo scritto qui e qui.

Ad Abyaneh – come nella Spagna – la processione è anche una sorta di attrazione turistica, con dei visitatori provenienti da tutto l’Iran. Dalle foto che si trovano nel net persiano, illustriamo la cerimonia con quelle di Mohammed e Hossein Sâki.



Canzone di lutto per l’Ashura su Abolfazl, fratello dell’imam Hussein, ucciso insieme a lui a Kerbala.

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Quest’anno Ashura cade sul 23 ottobre, quando saremo in Iran. Se tutto va bene, anche noi saremo ad Abyaneh per l’evento grande, inshallah.


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