mercoledì 5 novembre 2014

Lo sguardo delle statue


Ai tempi della Controriforma, nella Champagne del Cinquecento, era di moda mettere statue nelle chiese, molte statue, molto realistiche, completamente colorate – statue viventi, per così dire. A Troyes, nel sito di una delle fiere più importanti dell’Europa, numerose chiese, ciascuna con le proprie corporazioni e confraternità, aveva le sue figure di pietra, alcune poste nelle gallerie, altre sedute alla base di una volta, o attentamente guardando giù dal soffitto del presbiterio.


La maggioranza di questi scultori sono sconosciuti. Di solito non firmarono le loro opere, e i contratti tra di loro e i loro committenti scomparsero. Ci restano solo le statue, che stanno in piedi in silenzio e con attenzione. A Chaource, vicino a Troyes, la chiesa è decorata con più di cento statue dalla qualità eccezionale. Qui il Maestro di Chaource ci ha lasciato una delle più belle Deposizioni di Gesù nell’Europa.

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Si cammina al di là delle grandi vetrate grisaille del Giudizio Universale, e poi si scende cinque scalini. Il posto non è, in senso stretto, né una cripta, né una cappella laterale, né una tomba – ma è simile a tutto questo. Si scende nella penombra, quasi nel buio.

Entrando nel buio, prima di accorgersi del gruppo della Deposizione, si spaventa dalle guardie di pietra che stanno ai lati della porta.

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Le guardie. Più grandi del naturale, con gli occhi pieni di paura. Dal 1515 stanno lì, guardando ciò che non riescono a credere, prima di addormentarsi e risvegliare solo alla Risurrezione. Dal 1515 stanno in piedi nei loro costumi rinascimentali, con la lancia in mano.

Poi, quando gli occhi ci si abituano, si sposta in avanti. C’è Nicodemo, la Vergine Maria, Giovanni, Maria Salomè e Maria Maddalena con il vaso di profumi, Maria di Cleofa, e Giuseppe d’Arimatea ai piedi di Cristo. E il corpo di pietra bianca, completamente liscia da secoli di carezze. Tutte queste figure sono più grandi di noi, solo quanto serve per tenerci in posizione d’umiltà, mentre sono indicibilmente umane. Le mani pazienti e attentive si fermano per un momento, prima di chiudere il sudario. E gli occhi di pietra non attraversano il nostro sguardo, perché guardano quello che nessuno ha mai visto, e nel loro stupore di vederlo, si rivolgono ai loro pensieri.

Qui, nell’ombra, si incontra il pensiero, che è in attesa di noi dal 1515, e si sente molto piccoli dinanzi ad esso.

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3 commenti:

  1. Suggestive. Mi ha ricordato certe figure di Guido Mazzoni, un emiliano, del secolo XV, che ho scoperto qualche giorno fa.
    http://it.m.wikipedia.org/wiki/Guido_Mazzoni

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  2. Qui qualche foto:
    http://pessimesempio3.wordpress.com/2014/11/15/5323/

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  3. Tantissime grazie! Sì, è scioccante la similarità.

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