venerdì 6 giugno 2014

Il punto fertile


Se si prende la via tramite la montagna verso Vișeu de Jos/Alsóvisó da Izakonyha in Maramureș – in yiddish קעכניא, in rumeno Cuhea fino al 1973, quando Ceaușescu gli ha dato il nome del leggendario voivoda Bogdan, e il regime post-Ceauseșcu nel 2008 anche il suo gruppo statuario di bronzo –, e dopo circa sei chilometri, poco prima di raggiungere il villaggio di Bocicoel/Kisbocskó, si guarda indietro ancora una volta dalla cresta, una vista mozzafiato si apre davanti agli occhi. L’ora d’oro dipinge con mille sfumature calde le colline accidentate da torrenti, le quali si scendono gradualmente verso la valle del fiume Iza galleggiante in nebbia, e da lì si aumentano di nuovo verso la catena montuosa non troppo lontana della Țibleș, divisa a intervalli quasi regolari dalle cime del Ţibleş/Cibles (1839 m), Hudin/Hunyad (1615 m), Secului/Székelykő (1311) e all’estrema destra, l’appena menzionata Gutâi/Gutin (1443 m). Il bacino dell’Iza è solo uno delle quattro grandi vallate fluviali – Vișeu/Visó, Iza, Mara/Mára, Sapânța/Szaplonca – che costituiscono Maramureș, tuttavia questo punto di vista sembra di riassumere l’intera regione in una maniera unica. Non è per caso, che abbiamo introdotto con questa foto, scattata lo scorso maggio, l’annuncio del nostro primo tour Maramureș-Bukovina.


La strada stretta e tortuosa dalla valle dell’Iza al crinale, e da lì al valle del Vișeu/Visó non è nota a molti, non è raccomandata dalle guide turistiche, e anche il route planner Google propose una deviazione invece di essa. Tuttavia, proprio come lo abbiamo trovato noi lo scorso maggio, così hanno trovato tanti altri questo belvedere naturale, nascosto e magico,  e le foto scattate da qui giocano, come nel nostro blog, un ruolo iconico anche nelle varie pubblicazioni di Maramureș.


Il lavoro fondamentale sull’architettura tradizionale di Maramureș, The Wooden Architecture of Maramureș da Dan Dinescu e Ana Bârcă (1997) – dal quale abbiamo già citato la similarmente iconica foto della chiesa di Ieud/Jód, e scriveremo anche sull’intero libro – inizia il capitolo sui villaggi del Maramureș con questa foto (clicca su di essa). Invece di maggio, qui siamo già a fine estate, le foglie argentee dei pioppi sono già spesse, e nel primo piano si erge il tipico pagliaio di Maramureș.


Forse proprio quel pagliaio si sta componendo nel bellissimo album recentemente pubblicato da Florin Andreescu di Bucarest: Maramureș, țară veche (Maramureș, terra antica, 2011), su cui pure scriveremo presto. E nello stesso album, poche pagine più avanti, si apre anche il lato destro del paesaggio, con la Gutâi/Gutin nel sottofondo.


E il lato sinistro del paesaggio introduce il capitolo riguardante la geografia della regione nell’eccellente guida di 500 pagine su Maramureș, pubblicata dalla casa editrice finlandese Metaneira (2007, clicca sulla foto qui sotto). La foto potrà essere scattata più o meno dieci anni fa: il pioppo solitario, come si vede nella nostra foto dello scorso maggio, ha già un sacco di giovani rivali, ma il piccolo melo di due terrazze più in alto non è cresciuto molto.


La preparazione di ulteriori foto iconiche sarà il compito dei nostri lettori, soprattutto di quelli che parteciperanno al nostro tour di Maramureș alla fine di giugno, o – come è sempre più certo – alla sua ripetizione progettata tra il 20 e 24 di agosto.

Il punto fertile il 1 di novembre di 2019, verso le 5 del pomeriggio

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