mercoledì 5 marzo 2014

Propaganda rivoluzionaria

«Ehí, ho messo giù la tonaca, a dispetto di tutti i miei parenti, che sia sacerdote chi vuole!»

Anche le vecchie rivoluzioni e contro-rivoluzioni hanno utilizzato la propaganda, impiegando tutti i tipi di testi e immagini, e ciascuna parte della società, ciascun gruppo di rivoluzionari hanno distribuito il proprio messaggio in questo modo.

Questi cinque acqueforti risalgono alla Rivoluzione francese, fra 1789 e 1795.


Marco Beasley, Accordone – Marcia delle truppe Sanfediste. Dal CD Fra Diavolo: La musica nelle strade del Regno di Napoli (2010)
Una versione contro-rivoluzionaria de La Carmagnole, cantata nel 1799 dai Sanfedisti, un movimento popolare contro la Repubblica di napoli, che ha mobilitato i contadini e briganti con il sostegno della Chiesa. il movimento si alzò in Calabria sotto il comando del cardinale Ruffo, e ha portato a rivolte anti-francesi.

I rivoluzionari hanno aperto delle assemblee della parola libera. Questa incisione
enigmatica (1790) rappresenta il club come un palcoscenico. Gli attori stanno
presentando una parodia del regime, in particolare della duplicità del re
(da qui il riferimento all’Atti 23 e l’ipocrita Sinedrio), con la danza
del re su una corda, assistito da una prete (la Chiesa) che tiene
la Costituzione sottosopra. I personaggi che ballano sulla
scena potrebbero essere aristocratici mascherati. Una
donna ben vestita, forse Théroigne de Méricourt,
dirige l’orchestra, assistito da due notai. Il
pubblico, incantato, attende la risoluzione.

Le guerre interne ed esterne seguenti alla rivoluzione dopo 1792 hanno creato
la figura del nuovo francese «topicido».

Nel 1793 il diavolo si ammala di mangiare troppi “sanculotti”. Lui sembra di
simboleggiare la fazione moderata che aveva cercato di sopprimere quella
radicale, ma loro erano troppo pesanti da digerire, e più forti del diavolo
stesso. Finalmente si arrende, e essi fuggono alla «Société des Frères
et Amis”
– la Società di fratelli e amici –, uno dei clubs di estrema
sinistra durante il periodo del Terrore. Nello sfondo, una carrozza
è in attesa di portare i condannati alla ghigliottina che il diavolo
ha ribaltato nel vomito.

Dopo il Terrore, questa incisione mostra un giacobino – un partigiano di
Robespierre –, fraternizzando con la Discordia
sulle rovine di un villaggio in fiamme.

E le ultime parole appartengono a questa Vera e Ordinaria Ghigliottina:
«Un buon supporto della libertà, in effetti!»

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