lunedì 31 marzo 2014

Uccelli urbani


Già il gufo che guarda la strada alla luce del giorno è abbastanza sconcertante all’androne del Platýz, ma tre case più avanti, a 37 Národni třída diventa innegabile: i portici di Praga sono stati invasi dagli uccelli che si stanno assimilando al modo di vita urbano.



Il piccione, che ha posto il suo nido sui cavi per tendere il filo del tram, subito dopo le punte che tengono lontano i piccioni, cerca di far finta come se fosse solo un altro dai numerosi gag di Praga, ma dopo alcuni minuti di fotografare comincia di guardare nervosamente da un lato all’altro. Non potrei perdonarmi se spezzassi una catena evolutiva tanto promettente, quindi vado per la mia strada.




venerdì 28 marzo 2014

Hrabal 100

Praga, Malá Strana, stamattina


«…Il testo è stato scritto su una macchina da scrivere tedesca di marca Perkeo, su questa macchina atomica, che ha completamente affascinato Egon Bondy, il poeta. Ho acquistato la macchina dal mio compagno di classe, Bureš, che aveva un negozio a Nymburk, sulla Grande Rampa. Me ne sono innamorato a prima vista, ma non ho avuto tremila corone in banconote vecchie, così continuavo a tornare a vagheggiarla, fino a quando ho potuto comprarla. Era una piccola macchina da intorno al 1905, il rullo poteva essere inclinato giù, e la macchina chiusa portata con due fasce, come i libri di scuola erano portati sotto la Monarchia. Sono rimasto colpito da questa macchina, scrivevo su di essa solo per piacere. Gli accenti mancavano, in modo che ogni pagina dattiloscritta ha causato sorriso e risata. Ho imparato a digitare su di essa così brillantemente, cheero in grado di scrivere anche di notte, come i pianisti ciechi suonano il loro strumento.»
Bohumil Hrabal: Il tradimento degli specchi


Il centesimo compleanno albeggia con pioggia sottile, ma durante la mattina il sole viene già fuori a caso. Torno a Libeñ, proprio come venti anni fa. All’angolo della casa che stavo cercando allora, al posto del mucchio di rottame, ora sorge una piccola colonna, e le pitture murali sulle pareti esterne della stazione di metropolitana Palmovka, costruita sul sito della casa, sono già stati descritti da molti autori.

«Pietra angolare del Centro Bohumil Hrabal». Nel sottofondo, la sinagoga chiusa di Libeň.


«ʻTu venire a Libeň per questo? Per il signor Hrabal?’ Egli inghiotte raucamente, la saliva è gel lattinoso nella sua bocca arsa. ʻIo conoscevo il signor Hrabal, lui amava la birra. Ha pagato molte a me, anche.’ Ora è già sicuro che vuole soldi. ʻTu capire ceco?’ No, annuisco a malincuore, preferirei sbarazzarsi di lui, sto frugando in tasca, ma non ho nessun spiccioli, solo banconote, e anche noi siamo gente povera. ʻDunque tu non sapere che cosa è scritto qua?’ mostra sul murale. No, veramente no. Tady stojím, čelo mám korunované deseti vráskami, tady stojím jako starý bernardýn a dívám se do veliké dálky, až do svého dĕtství… Lui inizia a tradurre con entusiasmo. ʻIo sto qui… dieci rughe di corona sulla mia fronte’, suda sopra lo sforzo. ʻIo sto qui, appaio come… San Bernardo… cane da salvataggio… sì, sì, come un vecchio cane di San Bernardo… Guardo lontano, molto lontano, a quando ero bambino…’ Sono lieto di riconoscere il testo. Metto la mano nella mia borsa per una tiepida birra Soproni, forse con essa mi sbarazzo di lui, quando scorgo le lacrime sul suo volto. Guardiamoci uno all’altra con Anna. Ci vergogniamo. ʻGrazie, ungheresi, che siete venuti. Per vedere il signor Hrabal, mio amico.’ Mi sento in dovere di stringergli la mano sporca tesa.»
Mátyás Falvai: „hrabal_wall.jpg” Új Könyvpiac, settembre 2012

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Oggi, al giorno del compleanno, non ci sono eventi a Libeň, solo le scuole stanno celebrando il Giorno di Hrabal. Lunedì sera ci sarà una serata commemorativa nel teatro alternativo di Libeň, e si aprirà una mostra dal titolo «Strettamente osservato Hrabal», scriverò su tutt’e due. Come una commemorazione privata, mi siedo nel «Sanatorio di Birra U Horkých», l’ultima casa superstite del quartiere ebraico di Libeň, la «capolinea» del celebre Grand Slalom di Hrabal. Chiedo alla cameriera esperta, qual’era la tavola di solito di Hrabal, per pubblicare da lì questo post.


giovedì 27 marzo 2014

Transizione: Il serpente

Luciano Ramo: Attenti, il serpente tedesco è preso! Bisogna ora strappargli i denti del veleno, Brescia, F.lli Geroldi 1916

Otto von Kursell: Abbasso il bolscevismo! Il bolscevismo porta guerra e distruzione, fame e morte, 1919

La morte della bugia, ca. 1932-1933. Iscrizioni: Marxismo, Plutocrazia


Sergei Igumnov: Distruggiamo le spie e i sabotitori, gli agenti trotskisti-bucharinisti del fascismo, 1937.
(La didascalia confusa riflette la confusione dell’ideologia ufficiale. Benché il serpente porti
un monocolo nazista, i tedeschi sono in questo momento potenziali, e più tardi reali
alleati dell’Unione Sovietica. È per questo che si deve parlare di altri nemici
nella didascalia: trotskisti, bucharinisti, o addirittura fascisti, come
i nazisti sono tuttora chiamati nel mondo post-sovietico.)

Jean Carlu (1900-1997): Giorno mondiale della pace, 2 agosto 1936

John Heartfield (nato Helmut Herzfeld, scenografo di Bertold Brecht): Chiediamo il divieto di armi nucleari, 1955

Supereremo l’ubriachezza! Manifesto anti-alcolista sovietico, anni 1960

Passeggiate nel quartiere ebraico


Sono venuto solo per un caffè alla Casa Kazimír in via Kazinczy a Budapest, ma arrivato al piano di sopra mi trovo di fronte a una compagnia internzionale intorno al lungo tavolo, con vino, paté di fegato d’anatra, e musica di chitarra. «Cosa sta succedendo?» chiedo Andrea con sorpresa. «Abbiamo appena finito il nostro primo tour del quartiere ebraico, e come puoi vedere, è stato un pieno successo. Il prossimo si comincia presto. Vieni, se hai tempo.»

Domenica scorsa, l’Associazione Culturale degli Ebrei Ungheresi ha iniziato le sue passeggiate guidate nel quartiere ebraico, come il 7° distretto di Budapest è tradizionalmente chiamato. Le seguenti due domeniche, 30 marzo e 6 aprile presenteranno le scene e tradizioni della vita ebraica del quatiere soprattutto per gli «outsiders». Tuttavia hanno qualcosa da mostrare anche agli intenditori del quartiere. Abbiamo anche visitato due vecchie sinagoghe, nascoste in due cortili interni, dove neanch’io sono mai stato. Quella in via Dessewffy 23 è stata convertita da una stalla di cavalli dai facchini ebrei della vicina Stazione Ferroviaria Occidentale – forse questa è l’unica sinagoga dove le due funzioni si susseguirono non nell’ordine inverso. E quella in via Vasvári Pál 5 è stata progettata nel 1885 da Sándor Fellner, più tardi famoso architetto di Budapest, per la Società Talmud Tora (Šas Chevra), fondata per il rafforzamento dell’ortodossia.

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L’Associazione Culturale degli Ebrei Ungheresi ripeterà le due passeggiate le prossime due domeniche: dalle 13:00 faranno una presentazione generale del quartiere, e dale 16:00 visiteranno alcune sinagoghe nascoste. Il 30 marzo, la grande camminata sarà in inglese e il tour delle sinagoghe in ungherese, e il 6 aprile il contrario. Se siete a Budapest, venite anche voi! (Registrazione in e-mail: mazsike@gmail.com.)

mercoledì 26 marzo 2014

Fiori profumati


Nella mostra Montagne nebbiose, fiori profumati – Pittura a inchiostro cinese tradizionale nei secoli 19 e 20 della Casa Kogart a Budapest quasi una centinaia di dipinti e calligrafie sono esposti fino al 30 del marzo dal Museo delle Tre Gole di Chongqing. Quasi tutte le opere in prestito dalla Cina sono dalla fine del periodo Qing, lavori accademici di gusto conservativo, che imitano con grande cura i grandi modelli classici. Forse solo le tre immagini di Liu Xiling (刘锡玲, 1848-1923) sono veramente originali ed emozionanti: il maneggio saltuario del pennello e le forme astratte già prefigurano l’espressività e la relazione ironica al canone classico della pittura a inchiostro cinese contemporanea.

Questo è un altro dipinto di Liu Xiling. Le opere esposte non figurano nel catalogo.

Ma la natura ci compensa per l’intensità mitigata dei dipinti. I quattro alberi di magnolia in piena fioritura al fronte strada della Casa Kogart rivelano con forza esplosiva ciò che i maestri alla fine dell’epoca imperiale hanno cercato nelle pitture di un secolo precedente, ritenuto più felice. I visitatori si fermano nel giardino, e i passanti fuori del recinto. Si fotografano felicemente di fronte al mare di fiori.


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lunedì 24 marzo 2014

lunedì 17 marzo 2014

Un nuovo giorno in Crimea

«Come inizia il nuovo giorno in Crimea?»


«Il giorno, come l’uomo, si sveglia a malincuore. Si guarda attorno con un occhio aperto. Poi lo chiude ancora per qualche istante, finché alla fine decide di uscire…»


«…dal mare, come da sotto la coperta, che lo detiene indietro.”


«Il momento della separazione dall’acqua. Amo fotografare questo momento, quando sembra come se il sole fosse seguito da un altro sole… ma no, è solo un giuoco ottico che dura pochi secondi.»


«Emerso dal mare, il sole lentamente sorge sopra le gride sempre più forti dei gabbiani. I colori magici lentamente scompaiono, per tornare di nuovo al crepuscolo.
Un nuovo, ordinario giorno inizia in Crimea.»


Foto e testo di questa mattina di Sergei Anaškevič

sabato 15 marzo 2014

Transizione: Cacciatori nella neve

Pieter Bruegel il Vecchio: Cacciatori nella neve, 1565